L’aria umida di una sera di novembre, il vento leggero che preannuncia bufera e ti penetra nelle ossa, facendoti rannicchiare dentro il cappotto e il cappello e facendoti maledire il giorno che hai deciso di uscire con questo tempaccio.
Ma e’ una cosa che devi fare, solo per un senso di giustizia e di desiderio di vedere finalmente che in questo paese da america centrale si puo’ condannare qualcuno potente, qualcuno che anche se cerca di insabbiare le cose, trova qualcun altro che gli risponde.
In mezzo a quest’aria umida e intrisa di tristezza e pensieri, vi sono un altro centinaio di persone che come me si illudono che la solidarieta’ faccia miracoli.
Ci sono i ragazzi encomiabili e indistruttibili del gruppo Tartarughe Lente, gruppo che ogni mese ricorda con foto, idee e fatti quello che i loro amici scomparsi, Andrea & Luisa, hanno fatto nelle loro bellissime vite insieme.
Ci sono i ragazzi dell’Associazione Onlus “Amici di Leo”, i quali faticosamente mandano avanti con dignita’ e forza la loro voce, che e’ poi quella del bimbo Leonardo e del papa’ Marco.
Tutti insieme senza clamori, senza scenate di rabbia e soprattutto con tanta intelligenza, sono riusciti ad acquistare una casina di legno per potervi racchiudere all’interno quelle speranze, sogni e visioni di bambini viareggini che hanno vissuto a loro modo questa tragedia.
Questa casina, che sostituisce il gazebo che per mesi e’ rimasto accanto al luogo della strage a raccogliere i pensieri dei viareggini che passavano di li’, e’ solo una casina di legno, piccola, usata da molti come casetta in fondo all’orto per raccogliere gli attrezzi da giardino.
Ma a noi, questa sera, rappresenta un punto su cui poggiare la nostra tristezza e le nostre riflessioni, una base in cui racchiudere tutti in nostri pianti e la rabbia per qualcosa che non riusciamo ancora a capire.
Un tetto sicuro dove riporre i disegni, le poesie e le riflessioni di tanti viareggini che cercano una verita’ scomoda ai potenti, una verita’ che quella sera ha spezzato le vite di 31 persone che avevano progetti, sogni e ideali da realizzare, spezzati dalla furia cieca di questo consumismo che troppo vuole e troppo veloce va per potergli stare dietro.
Il perche’ sia successo e’ un mistero, che e’ ora e rimarra’ per sempre un buco nero a cui nessuno dara’ mai risposta , visti i risultati scarsi che la giustizia italiana ha prodotto in questi ultimo ventennio .
Ma forse c’e’ una risposta, che e’ racchiusa all’interno della nostra rabbia che abbiamo dentro.
Forse siamo noi con i nostri egoismi a fare in modo che tutto questo accada, siamo noi in fondo che vogliamo che questi potenti organizzino la nostra vita, che ci coccolino con gadget inutili e spese folli effimere.
Tutta questa voglia di comodita’ e di benessere porta con se’ pero’ tante piccole sfaccetature pericolose e soprattutto subdole e letali, e una di queste e’ la perenne rincorsa al tempo.
Tempo che alla fine non si ferma, lui no di certo, ma che ferma per sempre le vite di qualcuno, e di tutto questo rimangono i ricordi, ricordi che ora noi vogliamo custodire dentro la nostra “casina dei ricordi”.
E questo sogno, che siano i potenti che vogliono insabbiare la “faccenda”, che sia la giustizia italiana che latita come sempre alla ricerca della sua identita’ persa, che siano le amministrazioni comunali che palesemente ignorano qualcosa che potrebbe portargli altri problemi, e soprattutto che siano delle persone squallide che abitano accanto al giardino del pianto, ominidi poveri di spirito e di sogni, schiavi dei loro egoismi e dei loro poveri ideali materiali, nessuno di questi, state pure tranquilli, potra’ negarcelo.
….e nessuno ce lo levera’……