La Leggenda del Cavallo Fantasma delle Praterie…..The Story of Wind Drinker: Ghost Horse of The Plains

Old cowboy folklore tells of a wild mustang called “Wind Drinker”, the pacing white stallion of the prairies, also known as “Ghost Horse” of the plains. He was considered to be supremely superior to all others. He was described as being exceedingly intelligent, beautiful, graceful, fiery, and possessing an unmatched speed and endurance. He moved so smoothly that he seemed to glide, pacing and racking on and on forever. It is said that he moved like a white shadow, like a Spirit Horse. He was revered as strong medicine. In 1879 a reward was offered for his capture.
The Indians called him “Ghost Horse”, winged steed of the prairies. He was sighted from Mexico to Oklahoma, from Washita to South Canada. He was caught by a Vaquero after a band of professional mustangers chased him, pacing for 200 miles away from them. Roped and staked, he refused grass or water and after ten nights; the proud stallion just laid down and died. Still he was sighted again and again, slipping in and out of the mist from the Rio Grande to Alberta. Could there be more than one Ghost Horse? These sightings continued well into the mid 1900’s; until as the wild mustang began to vanish from the western plains, so too did “Wind Drinker”.

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Il folklore dei vecchi cowboy  racconta di una mustang selvaggio chiamato  “Bevitore del vento”,

il veloce stallone bianco delle praterie, noto anche come Ghost Horse “della pianura.

Egli era considerato incredibilmente superiore a tutti gli altri.

E ‘stato descritto come estremamente intelligente, bello, grazioso, e in possesso di una velocità ineguagliata e di resistenza. Si muoveva così bene che sembrava scivolare, passeggiando su e giu’ per le colline continuamente.

Si dice che si muoveva come un’ombra bianca, come uno Spirito.

Egli era venerato come potente medicina.

Nel 1879 fu offerta una ricompensa per la sua cattura.

Gli indiani lo chiamavano “Ghost Horse”, cavallo alato delle praterie. E ‘stato avvistato dal Messico all’  Oklahoma, da Washita al Sud Italia.

Fu catturato da un Vaquero, dopo che una banda di mustangers professionale lo aveva inseguito, camminando per 200 miglia da loro.

Bloccato con corde  e puntato, rifuto’ erba e acqua e dopo dieci notti, il fiero stallone morì.

Eppure è stato avvistato più volte, scivolando dentro e fuori la nebbia dal Rio Grande all’ Alberta.

Ci potrebbe essere più di un fantasma a cavallo?

Astral Wings – Native American

Nativi e loro Pensieri……..

Quando la terra fu creata con tutti gli esseri viventi,
l’intenzione del Creatore non era di renderla vivibile solamente agli uomini.
Siamo stati messi al mondo assieme ai nostri fratelli e sorelle,
quelli che hanno quattro zampe, quelli che volano e quelli che nuotano.
Tutte queste forme di vita,
anche il più sottile filo d’erba e il più possente degli alberi,
formano con noi una grande famiglia.
Tutti siamo fratelli e allo stesso modo importanti su questa terra.

HAUDENOSAUNEE (IROCHES)

 

C’è una grande differenza tra il comportamento degli indiani e quello dei bianchi
per quanto concerne il rapporto con la natura:
l’uno divenne difensore e protettore della natura, l’altro il suo distruttore.

ORSO IN PIEDI, LAKOTA (SIOUX)

 

La primavera è tornata, il sole ha abbracciato la terra.
Presto vedremo i figli del loro amore.
Ogni seme, ogni animale si è svegliato.
Anche noi siamo stati generati da questa grande forza.
Per questo crediamo che anche gli altri uomini e i nostri fratelli animali abbiano il nostro stesso diritto a vivere su questa terra.

TATANKA YOTANKA  LAKOTA (SIOUX)

 

Sapete che gli alberi parlano?
Essi lo fanno!
Parlano tra di loro e loro vi parleranno se solo voi li ascoltate.
Il guaio dei bianchi è che loro non ascoltano!
E così non hanno mai ascoltato gli indiani
come non ascoltano le altre voci della natura.
Ma vi assicuro, gli alberi mi hanno insegnato molto:
sul tempo, sugli animali,
sul Grande Spirito.

TATANGA MANI ASSINIBOINE (STONEY)

 

Nascere uomo su questa terra è un incarico sacro.
Abbiamo una responsabilità sacra,
dovuta a questo dono eccezionale che ci è stato fatto,
ben al di sopra del dono meraviglioso che è la vita delle piante, dei pesci, dei boschi, degli uccelli
e di tutte le creature che vivono sulla terra.
Noi siamo in grado di prenderci cura di loro.

SHENANDOAH (ONONDAGA)

 

Non conosco alcuna specie di pianta, uccello o animale
che non si sia estinta dopo l’arrivo dell’uomo bianco.
L’uomo bianco considera la vita naturale degli animali
come quella del nativo su questo continente: come un fastidio.
Non c’è alcun termine nella nostra lingua con il significato di “fastidio”.

ORSO IN PIEDI, LAKOTA (SIOUX)

 

Per voi uomini bianchi il Paradiso è in cielo;
per noi, il Paradiso è la Terra.
Quando ci avete rubato la Terra, ci avete rubato il Paradiso.

PICCOLA FOGLIA

Colori…..del mondo

Sono venuto al mondo con la pelle color bronzo.

Molti miei amici sono nati con la pella gialla, nera o bianca.

Ci sono fiori dai colori diversi ed ognuno di essi è bello.

Io spero che i miei figli vivano in un mondo in cui tutti gli uomini, di ogni colore,

vadano d’accordo e lavorino insieme,

senza che la maggioranza cerchi di uniformare gli altri al proprio volere.

Tatanga Mani ASSINIBOINE

Gli Occhi del Guerriero

Gli occhi,
la porta dell’anima
il recipiente della verità
l’essenza dell’uomo.

Io guardo negli occhi di un guerriero e
vedo la gloria della nazione.
Un uomo, stà ritto, spalle larghe
sostenendo la storia e l’insita dignità del suo popolo.

Io guardo negli occhi di un guerriero e capisco l’onore della nazione
la moralità
l’umiltà
la spiritualità
di questo popolo.

Io guardo negli occhi di un guerriero
e vedo il protettore della nazione
la prima e l’ultima linea di difesa
per i bambini e per gli anziani per le donne e i deboli.

Io guardo negli occhi di un guerriero
e vedo la fragilità dell’uomo
vacillare sotto il peso della sua responsabilità
e pur vacillante,
ancora fermo in piedi senza vergogna.

Io guardo negli occhi di un guerriero
e vedo la visione di un uomo
i suoi sogni corrono più veloci
può misurare la sua impaziente andatura.

Io guardo negli occhi di un guerriero
e vedo l’uomo.

Claudio Masetta Milone

UOMO E NATURA………

“Loro sapevano che il cuore di un essere umano che si estranea dalla natura, s’indurisce;
Loro sapevano che la mancanza di profondo rispetto per gli esseri viventi e per tutto ciò che cresce,
presto lascia morire anche il profondo rispetto per gli uomini.

Per questo motivo l’influsso della natura,
che rende i giovani capaci di sentimenti profondi,
era un importante elemento della loro educazione”.

ORSO IN PIEDI (Lakota Sioux)

SPIRITUALITA’ DELLA MADRE TERRA

Hey-a-a-hey! Hey-a-a-hey! Hey-a-a-hey! Hey-a-a-hey!
Nonno, Grande Spirito, ancora una volta rivolgiti a me e guardami mentre ti imploro con voce flebile da questa Terra.
Hai vissuto per primo e sei più vecchio di ogni bisogno, di ogni preghiera.
Tutte le cose ti appartengono: i bipedi, i quadrupedi, gli esseri alati e tutte le cose verdi che vivono.
Tu hai stabilito i poteri dei quattro angoli dell’universo in modo che si incontrassero. Tu hai fatto incontrare la via buona e la via delle difficoltà; là dove si incontrano è un luogo sacro.
Un giorno dopo l’altro, per sempre, sei la linfa vitale di ogni cosa.

Ecco perché lancio questa invocazione, Grande Spirito, Antenato, senza dimenticare nulla di quanto hai fatto, dalle stelle dell’universo alle erbe sulla Terra.
Quand’ro ancora giovane e nutrivo molte speranze, tu mi hai detto che in un momento di difficoltà avrei potuto chiedere aiuto quattro volte, un per ogni angolo della Terra, promettendomi che mi avresti prestato ascolto.
Oggi chiedo aiuto per un popolo disperato.
Mi hai dato la pipa sacra.
Con questa dovreifare la mia offerta.
Ora la vedrai.
Da Occidente, mi hai dato la coppa dell’acqua della vita e il sacro arco, il potere di far vivere e distruggere.
Mi hai dato un vento sacro e l’erba che provengono dal luogo in cui vive il gigante bianco: il potere della purificazione e della guarigione.
La tella del mattino e la pipa sono stati i doni dell’Oriente, e dal Sud ho ricevuto il cerchio sacro della nazione e l’albero che un giorno sarebbe fiorito.
Mi hai condotto al centro del mondo e mi hai mostrato la bontà, la bellezza e l’incredibile varietà della Terra verdeggiante, l’unica madre.
Là mi hai mostrato le forme spirituali delle cose, così come dovrebbe essere; e io ho visto.
Hai detto che avrei dovuto far fiorire l’albero sacro al centro del sacro cerchio.
Con le lacrime che scorrono sul mio viso, oh Grande Spirito, Grande Spirito, mio Antenato, con le lacrime che scorrono sul mio viso devo confessare che quell’albero non ha mai prodotto alcun fiore.
Ora guardami, sono un povero vecchio, sono ridotto allo stremo e non ho realizzato nulla.
Qui, al centro del mondo, dove mi hai cohndotto da giovane affinché io imparassi, qui, vecchio, me ne sto accanto all’albero, che è appassito.
Grande Spirito! Oh, Grande Spirito! Ancora una volta, forse per l’ultima volta su questa Terra, riporto alla memoria la grande visione che mi hai concesso.
Potrebbe essere che qualche radice dell’albero sacro sia ancora viva.
Ti prego, nutrila, che possa dare foglie e fiori, che l’albero possa riempirsi di uccelli che cantano.
Ascoltami, non per me, ma per la mia gente: sono vecchio.
Ascoltami affinché possano ancora una volta tornare al sacro cerchio e ritrovare la buona via rossa, l’albero che concede protezione!

Tratto da: Ed McGaa Eagle Man, La spiritualità della Madre Terra

Claudio masetta Milone

Discorso del capo delle teste piatte Charlot 1876

“Prendere e mentire”: questo dovrebbe essere marchiato sulla fronte dell’uomo bianco, così com’egli fa sulle cosce dei cavalli che ruba a noi.

Se il Grande Spirito lo avesse contrassegnato con un’etichetta per avvisarci del pericolo, avremmo respinto l’uomo bianco. Ma nella sua debolezza e povertà noi gli demmo da mangiare e gli offrimmo il nostro affetto. Gli donammo la nostra amicizia e gli mostrammo i guadi e i passi attraverso le nostre terre.

Ed egli ci invitò ad apporre i nostri nomi sui suoi documenti, facendoci promesse che unì a giuramenti nel nome del sole e del presidente degli Stati Uniti.

Questo presidente ci promise cose che non ci diede mai e che sapevamo non ci avrebbe mai concesso. E dopo le promesse egli ci minacciò coi suoi soldati, le sue prigioni, le sue catene di ferro.

Ora siamo poveri, orfani di padre… L’uomo bianco ha inflitto il suo dominio su di noi…
Come sapete l’uomo bianco è freddo, senza pietà, superbo e arrogante. Tu lo guardi, lui ti guarda, e che cosa vedi? I suoi occhi da pesce scorrono su di te. L’astuzia e l’invidia gli stanno attaccate come le proprie mani e i propri piedi.

Le leggi dell’uomo bianco ci hanno forse mai dato un filo d’erba, un albero, un’anatra, una pernice, una trota? Egli ti deruba come il ghiottone che rubacchia la tua merce. L’uomo bianco viene sempre, sempre di più: egli confisca sempre di più.

E sporca ciò che non prende. La natura era sacra. Perfino quando un indiano viaggiava, o presso un accampamento, era suo desiderio lasciarsi dietro la minor traccia possibile del suo passaggio. Cercava di non lasciare impronte, di non spezzare rami, di non disturbare nessuna foglia, di cancellare i brutti segni dei fuochi e dei bivacchi.

Voleva muoversi attraverso il territorio così delicatamente come la brezza. Come era nato, perfino quando veniva sepolto, un indiano cercava di rendere la sua tomba meno ingombrante possibile.
Alcuni indiani provavano talmente antipatia verso il deturpamento della natura che l’uomo bianco non riuscì a persuaderli, anche quando essi praticavano già l’agricoltura da tempo, ad usare l’aratro, poiché questo avrebbe squarciato la viva carne di loro madre, la terra.

Claudio Masetta Milone

Parole di Saggezza Nativa

Nascere uomo

Nascere uomo su questa terra
è un incarico sacro.

Abbiamo una responsabilità sacra,
dovuta a questo dono eccezionale che ci è stato fatto, ben al di sopra del dono meraviglioso che è la vita delle piante, dei pesci, dei boschi, degli uccelli e di tutte le creature che vivono sulla terra.

Noi siamo in grado di prenderci cura di loro.

Shenandoah Onondaga

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Il sole si leva.
Brilla per lungo tempo.
Tramonta.
Scende ed è perso.
Così sarà per gli indiani…
Passeranno ancora un paio di anni e ciò che l’uomo bianco scrive nei suoi libri sarà tutto ciò che si potrà ancora udire a proposito degli indiani.

(Geronimo)

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Quando un uomo compie un lavoro ammirato da tutti,
diciamo che è meraviglioso;
ma quando vediamo l’avvicendarsi del giorno e della notte,
il sole, la luna e le stelle in cielo,
e il mutare delle stagioni sulla terra,
con la maturazione dei suoi frutti,
tutti devono capire che si tratta dell’opera di qualcuno molto più potente dell’uomo.

Chased Bear – Sioux
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Grande Spirito,
dovunque nel mondo i volti
dei vivi sono simili;
con tenerezza sono usciti dal suolo.
Veglia sui tuoi figli affinché possano
camminare nel vento
e seguire la retta via
che conduce al Giorno della Quiete.

Grande Spirito,
riempici di luce.
Dacci la forza per capire,
e gli occhi per vedere. Insegnaci
a camminare… sulla dolce Terra
come genitori di tutto ciò che vive.

( Lakota Sioux )

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PIU’ DOLCI DEI FIORI
(Canto Tule)

Molti bei fiori, rossi, blu e gialli;
diciamo alle ragazze
“Andiamo e camminiamo tra i fiori”.
Il vento viene e agita i fiori,
le ragazze sono come un fiore quando danzano;
alcuni sono aperti, grandi fiori,
altri leggeri fiorellini.
Gli uccelli amano il sole e il chiarore
delle stelle;
i fiori sorridono dolci.
Le ragazze sono più dolci dei fiori

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Non saprei dire se sei stato lontano:
io mi corico con te,
mi alzo con te;
nei miei sogni stiamo insieme…
quando sento gli orecchini vibrare alle orecchie,
so che sei tu a muoverti nel mio cuore.

Canzone d’Amore

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…Infondi ai miei piedi nuova forza.

Infondi alle mie gambe nuova forza.

Infondi nel mio corpo nuova forza.

Infondi nel mio spirito nuova forza.

Infondi alla mia voce nuova forza.

Allontana da me anche oggi la mia pena.

Indiano Navaho

L’hai portata via

lontano da me.

E di nuovo sono guarito.

Di nuovo il mio spirito si placa.

Con il mio spirito sereno potrò proseguire.

Con il mio spirito sereno potrò camminare.

E senza più lamentarmi continuerò.

Senza dolore potrò andare avanti.

Sciolto e leggero muoverò i miei passi.

Con il cuore colmo di vita e di amore camminerò.

Felice seguirò la mia strada…

Canto Navaho

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(Coda Gialla) – Crow

Tutti gli Indiani sanno che anche l’animale più piccolo
ha una grande importanza e può insegnarci molto,
esattamente come sono importanti
tutte le piccole nozioni che impariamo giorno dopo giorno.
Del resto, qualsiasi giornata e ogni attimo
della nostra vita sono pieni di cose piccole.
Per questo motivo non dobbiamo concentrare
la nostra mente
sui grandi possibili avvenimenti del futuro,
ma dobbiamo agire per svolgere meglio che possiamo
i nostri doveri quotidiani.
Solo in questo modo dimostreremo
rispetto nei confronti del Grande Spirito e
di tutto ciò che Lui ha creato.

i colori delle rocce,

il muoversi delle piante,

le forme cangianti delle nuvole,

ogni cosa mi parlava nella sua propria lingua.

Fu allora che i miei occhi si aprirono.

Non ero più solo.

C’è un mondo meraviglioso là fuori,

un mondo sul quale possiamo contare,

che dipende da noi e dal quale dipendiamo.

Basta avere gli occhi per vederlo…”

(nativo yaqui/atzec)

dobbiamo anche restituirle qualcosa.

…Noi e la Terra dovremmo essere

compagni con uguali diritti.

Quello che noi rendiamo alla Terra

puo’ essere una cosa cosi’ semplice

e allo stesso tempo cosi’ difficile

come il rispetto.

Jimmie Begay
(Indiano Navajo)

PREGHIERA PAWNEE

La leggenda del Bufalo Bianco…

A due guide Lakota mandate in cerca di selvaggina apparve una donna bellissima vestita di pelle di daino bianca che disse loro:
“Vengo dalla Gente Bella e sono stata mandata sulla Terra per parlare con il vostro popolo. Andate dal vostro capo e ditegli di preparare il grande tipì del consiglio. Esso dovrà essere piantato al centro del cerchio del villaggio con l’entrata rivolta ad oriente. Ho cose di grande importanza da dire al vostro popolo. Sarò al villaggio all’alba”.
Riferito l’accaduto al capo tribù, fu approntato tutto così come richiesto. Paura ed eccitazione si impadronirono di ogni abitante del villaggio per l’imminente visita della donna misteriosa.
Quando il giorno spuntò ella apparve, vestita come la guida aveva raccontato: recava nella mano destra il cannello di una pipa e nella sinistra il suo fornello.
Entrata nella tenda, si sedette al posto d’onore e disse che il Grande Spirito era contento della fedeltà, della reverenza e dell’onestà della Nazione Sioux.
I Sioux vivevano nel bene contro il male, nell’armonia contro la discordia e perciò erano degni di ricevere la pipa che ella custodiva per l’umanità. Essa era il simbolo della pace tra gli uomini. Fumare la pipa significava comunicare con il Grande Spirito.
Quindi si rivolse alle donne dicendo loro che il Grande Padre aveva stabilito che esse mettessero al mondo i figli, che li nutrissero e li vestissero, rimanendo spose fedeli. Esse, inoltre, avrebbero sopportato in vita grandi sofferenze, ma per la loro natura gentile sarebbero state di conforto agli altri nel tempo del dolore.
Poi parlò ai bambini dicendo loro di rispettare i genitori che li amano e fanno molti sacrifici, per cui ad essi deve venire soltanto del bene.
Agli uomini disse che tutte le cose dalle quali essi dipendono vengono dalla Terra, dal Cielo e dai Quattro Venti e che per questa ragione era necessario ringraziare il Grande Spirito per il dono della vita fumando la pipa quotidianamente.
Raccomandò ancora loro di essere sempre gentili e amorevoli con le donne e con i bambini, per rispetto al loro essere creature deboli.

Infine, insegnò al capo la maniera di custodire la pipa, dal momento che era suo dovere rispettarla e proteggerla, in quanto da essa dipendeva la vita della Nazione Sioux. Come sacro strumento della conservazione doveva essere usata in tempo di guerra, di carestia, di malattia o in caso di grandi necessità.
A questo punto si dice che la donna promise ai Sioux che sette sacre cerimonie sarebbero state in seguito rivelate loro affinchè le praticassero. Esse erano: la Custodia dell’Anima, la Purificazione, la Ricerca della Visione, la Danza del Sole, Come diventare Fratelli (il rito dell’apparentamento), Come diventare Donna Bisonte (la preparazione della fanciulla ai doveri di donna), il Lancio della Palla.

La donna rimase con i Sioux ancora per quattro giorni poi, al quinto, dopo aver acceso la pipa che offrì prima al Cielo, quindi alla Terra, infine ai Quattro Venti, annunciò che la sua missione era finita e partì.

Fece il giro della tenda secondo il cammino del sole, poi lentamente si allontanò dall’accampamento.
A breve distanza si voltò e, sotto gli sguardi di tutta la tribù, si trasformò in un bianco vitello di bisonte

Gli indiani d’America non operano una netta divisione fra il mondo degli uomini e quello degli spiriti i quali entrano in contatto con gli esseri umani e, in alcuni momenti sacri, se ne impossessano.
Uno di questi momenti è quello delle danze con le maschere che indicano la manifestazione sulla terra degli esseri rappresentati dalle maschere stesse.
Un uomo che indossa una maschera sacra durante un rituale non assume solo l’aspetto di quell’animale, ma anche lo spirito.
Ci sono molti KACHINA (KA=rispetto CHINA=spirito): essi non sono solo gli spiriti degli antenati, ma anche quelli di animali, piante, minerali, stelle e forze naturali.

Il 20 agosto del 1994 -nel Wisconsin- nacque ‘Miracle’, un bufalo femmina bianco.
Molti indiani lo credettero simbolo di un nuovo cammino dell’umanità verso la purezza del cuore, della mente e dello spirito.

Questo racconto della mitologia dei Sioux è certamente una delle più suggestive leggende degli indiani d’America e, soprattutto, è quello che meglio fa comprendere la religiosità, le tradizioni e la cultura in genere di un popolo che, pur così eterogeneo, condivide una visione animistica del mondo che lo circonda (e lo contiene), mondo di cui ha la profonda consapevolezza di essere parte integrante. Una parte nè più importante nè fondamentale: non esiste, presso gli indiani, l’arroganza di riconoscere all’uomo un ruolo preminente del creato.

Claudio Masetta Milone

LA PROFEZIA DEI GUERRIERI ARCOBALENO…..

“Gli antenati di alcune tribù Native Americane narravano che esseri dalla pelle chiara sarebbero giunti dal mare orientale su grandi canoe mosse da immense ali bianche, simili a giganteschi uccelli.

Le persone scese da queste grandi imbarcazioni sarebbero state anch’esse simili a uccelli, ma avrebbero avuto i piedi di due diverse forme: uno di colomba, l’altro di aquila. Il piede di colomba rappresenterebbe una nuova splendida religione di amore e gentilezza, mentre quello di aquila rappresenterebbe l’avidità per le ricchezze materiali, l’arroganza tecnologica e la perizia guerriera.

Per molti anni il piede artigliato dell’aquila avrebbe dominato perché, sebbene questo nuovo popolo avesse parlato molto della nuova religione, non tutti i visi pallidi vivevano secondo i suoi dettami; avrebbero invece artigliato gli indiani col loro piede di aquila, uccidendoli, sfruttandoli e infine riducendoli in schiavitù.

Dopo aver offerto una certa resistenza a quella sopraffazione, gli indiani avrebbero perso il coraggio, finendo per lasciarsi sospingere come un gregge e segregare in territori angusti per molti, molti anni.

Poi però sarebbe venuto il tempo in cui la Terra si sarebbe ammalata a causa dell’avidità senza freni della nuova civiltà. Liquidi e metalli mortiferi, aria irrespirabile per fumi e ceneri, e persino la pioggia, anziché purificare la Terra, avrebbe riversato gocce avvelenate di piombo.

Gli uccelli sarebbero caduti dal cielo, i pesci sarebbero venuti a galla col ventre per aria e tutte le foreste avrebbero incominciato a morire. Quando queste previsioni avessero cominciato ad avverarsi, il popolo indiano si sarebbe trovato al colmo della miseria, ma in seguito dall’Oriente sarebbe giunta una nuova luce e gli indiani avrebbero incominciato a ritrovare la forza, l’orgoglio e la salvezza.

La leggenda continuava dicendo che essi avrebbero avuto dalla loro molti fratelli e sorelle visi pallidi: le reincarnazioni degli indiani uccisi o ridotti schiavi dai primi colonizzatori bianchi. Sì diceva che le anime di costoro sarebbero tornate in corpi di tutti i colori, rossi, bianchi, gialli e neri.

Insieme e uniti, come i colori dell’arcobaleno, costoro avrebbero insegnato a tutte le genti del mondo come amare e rispettare la Madre Terra, della cui sostanza siamo fatti anche noi umani. Sotto il simbolo dell’arcobaleno, tutte le razze e tutte le religioni del mondo si sarebbero unite per diffondere la grande saggezza della vita nell’armonia tra gli esseri umani e di questi con tutto il creato.

Coloro che insegnavano questo credo sarebbero stati chiamati i “Guerrieri dell’Arcobaleno”. Pur essendo guerrieri, avrebbero contenuto in sé gli spiriti degli antenati, avrebbero portato la luce della conoscenza nella mente e l’amore nel cuore. Non avrebbero fatto del male a nessun essere vivente.

La profezia terminava affermando che, dopo una grande battaglia, grazie alla sola forza della pace, questi Guerrieri dell’Arcobaleno avrebbero finalmente troncato l’opera di distruzione e dissacrazione della Madre Terra e che la  pace e l’abbondanza avrebbero regnato per una lunga, felice e pacifica età dell’oro qui sulla Terra.”

 Claudio Masetta Milone